Dopo ore di pioggia e attesa, a Miami è tornato a splendere il sole. E con lui, il sorriso smagliante di Jasmine Paolini. La numero uno azzurra ha conquistato la semifinale del Wta 1000 di Miami con un successo netto e convincente su Magda Linette: 6-3 6-2 in poco più di un’ora. Ritardo d’inizio di quattro ore, umidità appiccicosa, tensione da quarti di finale? Nulla ha scalfito la concentrazione e la qualità della toscana, che ha firmato una delle sue prestazioni più dominanti del 2025. Dopo Dubai, è la seconda semifinale 1000 della carriera per Paolini, che incontrerà tra Aryna Sabalenka. Contro Linette, Jasmine ha riscattato con gli interessi la sconfitta dell’ultimo confronto a Pechino, quando arrivava sfinita da due finali Slam. Questa volta le energie ci sono tutte e si vede già dai primi scambi, nonostante un break iniziale subito. Alla fine, chiude il match da vera padrona e diventa la prima italiana nella storia a centrare una semifinale al torneo di Miami e da lunedì, sarà di nuovo numero 6 del mondo. Non è più una favola: è un’ascesa consolidata. Ma Miami parla anche la lingua del tennis maschile azzurro.

E Matteo Berrettini, finalmente, torna a brillare come nei suoi giorni migliori. Il romano ha battuto la testa di serie numero 10 Alex De Minaur con il punteggio di 6-4 7-6 in due ore esatte di lotta, tecnica e nervi saldi. Un successo che lo riporta nei quarti di finale di un Masters 1000 per la prima volta dal 2021, segnale inequivocabile che la scalata verso la rinascita è in pieno corso. Il prossimo ostacolo sarà Taylor Fritz. Contro De Minaur, Matteo è partito fortissimo: break immediato, 3-0 e rovescio solidissimo, spesso la sua chiave per capire lo stato di forma. Ha rischiato sul 5-3 quando ha concesso due palle break, ma l’australiano ha sprecato tutto e Berrettini ha chiuso 6-4. Il secondo set è stato un’altalena di emozioni e al tie-break una battaglia psicologica. Amaro invece il bilancio per Lorenzo Musetti, travolto da Novak Djokovic con un doppio 6-2. Gli ottavi di finale di Miami diventano un’occasione sprecata: non solo per il peso dell’avversario, ma per ciò che avrebbe potuto significare una vittoria.

In caso di titolo, Musetti sarebbe entrato nella Top 10, addirittura al numero 8 del mondo. E anche una semifinale gli avrebbe garantito il best ranking. E invece no. L’azzurro si è trovato davanti un Djokovic non impeccabile fisicamente ma spietato nei momenti decisivi. Il primo set si decide quando, avanti di un break, Musetti restituisce il favore con un doppio fallo. Il serbo ne approfitta e da lì in poi domina, nonostante qualche lamentela all’arbitro. Musetti sbaglia tanto, gioca lontano dalla riga di fondo e, anche se prova a reagire, non riesce mai a invertire l’inerzia. Il secondo set è un monologo serbo: break immediato, 3-0, game rapidi e pubblico tutto dalla parte di Nole, con Serena Williams, Andy Murray e Del Potro sugli spalti. Musetti esce dal torneo, resta numero 15 del mondo, e guarda già alla terra rossa, superficie che ama e dove ha raccolto i suoi momenti migliori. Ora si prepara per Parigi, mentre Paolini sogna la finale e Berrettini che ritrova sé stesso. A Miami si parla italiano, e non è una sorpresa. È solo il nuovo ordine del tennis azzurro. Sì, anche senza Sinner che però manca. Eccome se manca...